
Sono i primi 90 minuti dei centottanta che possono cambiare i destini di una dozzina di squadre, altrettanti allenatori e alcuni dirigenti. Perché è così che si fanno le cose nel nostro calcio, è così che si lavora. A capocchia: idee fantastiche, ambizioni, grandi aspettative, qualche investimento, promesse promesse promesse e poi tutto si risolve all'ultimo e chi s'è visto s'è visto. Parafrasando John Lennon - mica fichi - il risultato è ciò che ti accade mentre sei impegnato a fare altri progetti.
Penso innanzitutto al Napoli, a Conte: a se e quanto potrebbe cambiare il futuro di entrambi se arrivasse il quarto scudetto. A Torino è forte la convinzione che Antonio torni presto a casina, la pregiudiziale è che sia lui a liberarsi: alla Juve nessuno vuole ritrovarsi alle prese con un De Laurentiis lievemente alterato.
L'Inter ha davanti a sé l'obiettivo Champions, oltre al Mondiale Club, ma non intende abbandonare l'idea del doblete. Il centro di tutto è naturalmente Inzaghi che, per inciso, ha ricevuto proposte dall'estero, una indecente dall'Arabia. Ma resterà.
Sempre a Torino si parla di cambiamenti che interesserebbero perfino Giuntoli, legato per altre tre stagioni: da capire se la qualificazione alla Champions, il cui valore è stimato tra gli 80 e i 100 milioni, ammorbidirebbe Elkann.
Roma e Milan si ritrovano nella stessa situazione, pur se per differenti motivi: Ranieri lascia la panchina indipendentemente dal risultato finale, il nome del sostituto non è stato ancora rivelato. Ghisolfi sostiene di essere vicinissimo a un top. Ma l'ultima parola spetta a Dan.
Giorgio Furlani, dopo aver definito fallimentare una stagione che - almeno per lui - sarebbe stata brillante se fosse arrivata anche la coppa Italia, si appresta a salutare Sergio Conceição e tentare la carta di un grosso nome sulla panchina del Milan per rinsaldare la propria posizione: l'affittuario Gerry Cardinale è ai margini.
Da giorni nutro qualche dubbio sulla permanenza di Baroni alla Lazio (sensazioni): anche in questo caso la Champions produrrà effetti.
Italiano sta per rinnovare col Bologna: non vuole cominciare la prossima stagione col contratto in scadenza, la società è più che disposta ad accontentarlo.
Palladino ha allungato con la Fiorentina eppure c'è chi dice che dopo l'uscita dalla Conference sia stato addirittura offerto alla Roma.
Nel meridione della classifica D'Aversa è dato in uscita da Empoli, così come Giampaolo da Lecce. Di Francesco punta al miracolo, ma dubito che possa proseguire al Venezia.
La scelta (perfetta) di Fabregas di restare un altro anno a Como ha spiazzato non meno di tre club e convinto gente come Paulo Sousa e Davide Ancelotti a battere altri percorsi.
E Gasp? Voglio vedere chi avrà più coraggio: se l'Atalanta lasciandolo libero con un anno d'anticipo o lui preten- dendo di andar via.